Analisi delle Acque

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Salubrità dell'Acqua

Un cattivo stato di manutenzione dell'impianto idrico, non solo può compromettere l'integrità dell'edificio, ma può avere effetti negativi sulla salubrità delle acque che vengono destinate al consumo umano.

Quindi l’amministratore non deve tener conto solo che tali impianti (idrosanitari, quelli di trasporto, trattamento, uso, accumulo e consumo d'acqua all'interno degli edifici condominiali) sono soggetti, a valle del contatore, al D.Lgs. 37/08 (ex legge 46/90) in tema di sicurezza degli impianti, ma anche che egli è responsabile che le acque destinate al consumo umano siano salubri.

D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, recante attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano
D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, recante attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano

D.Lgs. 02/02/2002 n, 27 - Modifiche ed integrazioni al D. Lgs. 02/02/2001 n. 31
Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, recante attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano

D.g.r.17 maggio 2006 - n. 8/2552
“Requisiti per la costruzone, la manutenzone, la gestione, il controllo e la sicurezza,ai fini igienico-sanitari, delle piscine natatorie”

Requisiti di qualità delle acque potabili

Per definizione, è detta potabile l’acqua che pu essere bevuta o impiegata nella preparazione degli alimenti senza pregiudizio alcuno per la salute. I danni alla salute possono derivare da contaminanti, di natura chimica o microbiologica, che l’acqua pu raccogliere durante il suo ciclo; contaminanti che possono essere naturalmente presenti nell’ambiente o perché dispersi dalle attività umane.
L’acqua è considerata potabile se presenta i requisiti di qualità riportati da apposite norme, quale il Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano” e successive modifiche ed integrazioni, riportate nel Decreto Legislativo n.27 del 2 febbraio 2002, che stabiliscono i limiti massimi ammissibili per le sostanze che possono essere presenti nell’acqua destinata al consumo umano.
Un'acqua puo' essere dichiarata idonea all'uso potabile solo quando è stata analizzata sia sotto il profilo chimico, che microbiologico: nessuna altra indicazione (l'assenza di torbidità, il senso di gradevolezza, l'isolamento ambientale del corso idrico o della sorgente) costituisce un elemento sufficiente per dichiarare un'acqua “buona” o esente da rischi.

La responsabilità di cui sopra è conseguenza del fatto che l’amministratore è il custode dei beni condominiali, della cui conservazione e degli effetti che gli stessi possono produrre, è responsabile (si ricorda che l'articolo 2051 del codice civile afferma che ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose in custodia, salvo che provi il caso fortuito).

SANZIONI E PENE PER L’AMMINISTRATORE

Nei confronti dell'amministratore di condominio sono irrogabili in astratto le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie corrispondenti al pagamento:

della somma da euro 10.329 a euro 61.974 (art. 19, comma primo) qualora fornisca acqua destinata al consumo umano che contenga microrganismi o parassiti o altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana, ovvero non soddisfi i requisiti minimi previsti dalle parti A e B dell'allegato I, oppure non siano conformi ai provvedimenti adottati dall'autorità d'ambito sentita l'Azienda Sanitaria Locale; inoltre nei confronti dell'amministratore del condominio il sindaco del comune territorialmente competente, a seguito della richiesta dell'Azienda Sanitaria Locale o dell'autorità d'ambito, può emettere un'ordinanza, giustificata da motivi di igiene, la quale gli prescriva l'adozione, entro un termine congruo, delle misure tecniche necessarie per tutelare la correttezza sanitaria, secondo quanto contemplato dal d.lgs. n. 31/2001, della somministrazione delle acque dal punto di arrivo dell'acqua distribuita dal servizio pubblico al rubinetto. L'inosservanza dell'adempimento delle prescrizioni dell'ordinanza, ritualmente notificata all'amministratore, integra una fattispecie di reato ed è sanzionata dall'articolo 650 del codice penale con l'arresto fino a tre mesi.

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